Adolescenti e gioco d’azzardo: la prevenzione funziona e dimostra che si può ridurre il numero di studenti che gioca anche grazie ad azioni di sensibilizzazione nelle scuole. Negli ultimi anni si è ridotto il numero di adolescenti che gioca d’azzardo ma questo non cancella una frontiera critica: il gioco online, che negli anni è invece aumentato. E che è particolarmente rischioso: si gioca da soli, a qualsiasi ora, anche ricorrendo a identità fittizie, senza alcun controllo. Il quadro viene dall’ultimo studio del Cnr.
Lo studio ESPAD Italia 2014, condotto dai ricercatori del Reparto di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), ha coinvolto oltre 30mila studenti di 405 istituti scolastici superiori del nostro Paese. Uno dei dati che emerge è che la percentuale di studenti di 15-19 anni che giocano d’azzardo è passata dal 47% del 2009-2011 al 39% del 2014 e si è anche ridotta la quota di studenti-giocatori con un profilo definito a rischio o problematico. In termini numerici, sono stati oltre 900mila gli studenti che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nello scorso anno, mentre erano circa 1,1 milioni negli anni tra il 2009 ed il 2011. I giovani giocatori a rischio o problematici sono poco più di 170mila, il 7% di tutti gli studenti (il 4% a rischio e il 3% problematici), mentre fino al 2011 rappresentavano l’11% (rispettivamente il 7 e 4%).
Si gioca soprattutto in bar e tabaccherie e nelle sale scommesse. I luoghi dove poter giocare sono spesso vicini sia all’abitazione sia alla scuola: il 41% di tutti gli studenti italiani, evidenzia la ricerca, abita a meno di 5 minuti a piedi da un luogo dove è possibile giocare, così come il 37% frequenta una scuola altrettanto prossima. Attenzione però, perché uno degli aspetti più problematici è legato al fatto che si gioca anche a casa propria, di amici e online, dimensioni che spesso sfuggono al controllo e che quindi possono sfuggire di mano: il 35% gioca d’azzardo a casa propria o di amici e il 17% on-line (dato in aumento: nel 2013 erano il 9%). “Si deve prestare particolare attenzione a questa ultima modalità più a rischio”, osserva Molinaro dell’Ifc-Cnr, “il gioco praticato in solitudine e in alcuni casi utilizzando un’identità falsa e una moneta virtuale, senza il controllo dei genitori, né vincoli di orario, di spazio o di tempo”.
I giocatori problematici, poi, preferiscono le scommesse e i giochi a vincita immediata, spesso giocano online, e spendono ovviamente di più degli altri. Prediligono scommesse sportive (83%), totocalcio (54%) ma anche scommettere su altri eventi (50%), giocando a carte (49%), a poker texano (48%) e al Lotto/Superenalotto (39%). “Sono proprio i giochi a vincita immediata i preferiti dai giocatori problematici rispetto a quelli sociali, quali Lotto Istantaneo (40 vs 12%) e VLT (45 vs 10%)”, spiega Molinaro. “I problematici, inoltre, preferiscono frequentare sale scommesse (51%), sale giochi (30%), bingo (13%) e casinò (10%) e ben il 53% gioca on-line. Altro aspetto che contraddistingue i giocatori problematici è, ovviamente, la spesa sostenuta: nel mese precedente lo svolgimento dello studio, uno ogni 4 ha speso oltre 50 euro, cifra spesa dall’1% dei giocatori sociali. Una cifra importante considerata sia l’età sia soprattutto che l’occupazione principale di questi giovani è quella di essere studenti”.
“Sono risultati molto positivi”, sottolinea Sabrina Molinaro, dell’Ifc-Cnr, responsabile dello studio, “merito da attribuire almeno in parte agli interventi di educazione al gioco e prevenzione della dipendenza da gioco portati avanti nelle scuole superiori. Gli istituti scolastici che hanno attuato interventi su questo specifico tema sono infatti aumentati dal 4% del 2008 all’8% nel 2011 e al 16% nel 2014. Ed è ancora più importante come all’aumentare della prevenzione corrisponda una diminuzione dei giovani giocatori problematici e soprattutto a rischio, a vantaggio della quota di cosiddetti giocatori sociali per i quali il gioco non ha assunto tale valenza”.
Secondo lo studio sono più attratti dal gioco i maschi che le coetanee (49% vs 30%), con prevalenze che crescono in corrispondenza dell’età: scommettono soldi soprattutto i maggiorenni (43% tra i 18enni e 46% tra i 19enni), anche se ha giocato d’azzardo quasi un terzo dei 15enni, nonostante la legge italiana lo vieti ai minorenni. Uno dei dati che salta agli occhi è certamente la grande disponibilità di giochi che si dispiega ai giovani, dai gratta e vinci (i più scelti, anche perché veramente a portata di mano) fino al video poker. In testa ci sono i gratta e vinci col 71% delle preferenze (ma in diminuzione rispetto al 77% del 2012): “Attualmente sono ben 60 le tipologie, diversificate per prezzo e tipo di vincita, disponibili nei posti più comuni e frequentati anche dai ragazzi, come i bar, gli autogrill, i supermercati o i distributori automatici installati presso i centri commerciali”, spiega Molinaro. “In ordine di preferenza, seguono scommesse sportive (49%), bingo e la tombola (33%) e totocalcio (28%). Non mancano coloro che giocano a carte (24%) e al video poker o slot (14%). Circa tre quarti dei giovani ha speso non più di 10 euro nel mese antecedente lo svolgimento dello studio, mentre il 18% ha speso tra gli 11 e i 50 euro e l’8% oltre 50 euro”.
Dalla ricerca emerge inoltre che le regioni con una percentuale di giovani giocatori a rischio superiore alla media nazionale sono soprattutto nel Centro Sud e sono, nel dettaglio, Lazio, Basilicata, Abruzzo, Molise, Campania e Sicilia.