La recente decisione della Corte Costituzionale riguardante i beni dell’ex Presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, induce il Movimento Difesa del Cittadino ed i Legali fiduciari del Centro Giuridico MDC FVG ad essere ottimisti e fiduciosi sulla possibilità, oggi più concreta, di vedere risarcito il danno alle migliaia di piccoli Rispamiatori depauperati dal default della BPVi, i quali hanno aderito sin dal 2016 all’azione collettiva risarcitoria coordinata dall’avvocato Sergio Calvetti.
Secondo la prima interpretazione della Corte Costituzionale, la stessa avrebbe stabilito che i beni del sig. Zonin, tra cui la Villa di Montebello, il palazzo in Contrà I Pozzetto a Vicenza, e partecipazioni in diverse società vinicole, tra cui il 2% della “Tenuta Rocca di Montemassi srl” e il 26,9% della “Gianni Zonin Vineyards sas”, il cui valore complessivo ammonterebbe a quasi un miliardo di euro, non saranno confiscati a favore dello Stato!.
Il Pres. MDC FVG, R.G. Englaro: tali beni, infatti, resteranno sequestrati nell’interesse delle Parti Civili costituite nel procedimento penale che ha portato alla condanna del Presidente Zonin, con il sequestro destinato a favore delle stesse.
Infatti, i sequestri derivano da azioni civili intraprese durante il processo penale e la mancata confisca statale apre la possibilità per le parti lese di ottenere un risarcimento, cosa che sarebbe stata impossibile se i beni fossero stati acquisiti dallo Stato.
In primo grado, il Tribunale di Vicenza aveva disposto, nei confronti del sig. Gianni Zonin e degli altri Manager coinvolti, la confisca di una somma pari a 963 milioni di euro,corrispondente agli importi impiegati per la commissione dei reati di aggiotaggio e di ostacolo alla vigilanza della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea.
L’ammontare della confisca era stato determinato dal Tribunale sommando tutti i finanziamenti erogati dalla Banca Popolare di Vicenza a soggetti Terzi affinché questi ultimi acquistassero azioni della stessa banca, omettendo tuttavia di dichiarare tali operazioni secondo quanto prescritto dalla normativa vigente.
In sede di appello, la Corte d’Appello di Venezia aveva parzialmente confermato la responsabilità penale degli imputati, revocando tuttavia il provvedimento di confisca, ritenendolo in contrasto con il principio di proporzionalità delle pene sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Il Procuratore Generale, ritenendo tale revoca censurabile, aveva proposto ricorso per Cassazione.
La Suprema Corte, nel condividere le perplessità circa la possibile sproporzione di una confisca di quasi un miliardo di euro nei confronti di quattro persone fisiche, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale.
La decisione si fonda sul principio di proporzionalità, il quale impone che le sanzioni patrimoniali siano commisurate sia alla capacità economica dell’imputato, sia all’entità del danno arrecato.
A seguito della pronuncia sulla legittimità della sanzione, il procedimento in Cassazione potrà ora proseguire in sede di terzo grado di giudizio.
MDC FVG resta a disposizione dei Risparmiatori coinvolti per l’assistenza tramite lo sportello.risparmiatori@mdc.fvg.it e
il numero verde 800-324.520
Ct._Decisione SCC_beni ex Pres. BPVi Zonin sequestrati a favore Parti lese__MDC FVG