La povertà è una realtà anche in Europa. E la povertà colpisce di più i bambini, in modo diverso nei diversi stati, ma con percentuali alte: in media, in tutto il continente, più di un bambino su quattro è a rischio di povertà e di esclusione sociale – sono 26 milioni di bambini nell’Unione europea nel 2014. Questo significa anche che non a tutti i bambini sono garantiti pasti adeguati: secondo l’Unicef, dal 2008 la percentuale di bambini che non possono più permettersi di mangiare la carne o il pesce ogni due giorni sono raddoppiati in Estonia, Grecia e Italia.
I dati Eurostat dicono che 26 milioni di bambini sono stati esposti al rischio di povertà solo l’anno scorso: sono il 27,7% dei cittadini europei con meno di 18 anni. I dati sono diversi da paese a paese ma comunque drammatici: in Italia i bambini a rischio povertà sono (nel 2014) il 32,2%. I tassi più elevati sono stati riscontrati in Ungheria (41,4%), in Bulgaria (45,2%) e in Romania (51%). Alti anche i tassi di povertà dei minori in Spagna (35,8%) e in Grecia (36,7%); nel Regno Unito si arriva al 31,3% mentre in Francia i bambini a rischio povertà sono il 21,6%. I paesi con meno rischio sono la Danimarca (14,5%), la Finlandia (15,6%) e la Svezia (16,7%).
La Convenzione delle Nazioni Unite relativa ai diritti del bambino stabilisce che i bambini dovrebbero avere accesso all’educazione, alle cure mediche, all’abitazione, alle attività ricreative e a un’alimentazione equilibrata. Di fronte al quadro che emerge in Europa, ieri il Parlamento europeo ha votato in plenaria una risoluzione per chiedere agli Stati di intensificare gli sforzi in materia di lotta contro le disuguaglianze sociali, in particolare la povertà infantile: nella risoluzione si chiede si stabilire come priorità la lotta alla povertà infantile. I deputati hanno chiesto inoltre di garantire a tutti i bambini l’accesso all’educazione pubblica, gratuita, aperta a tutti e a tutte le età.