Colmare il divario fra livello di istruzione e sviluppo professionale delle donne e porre fine una volta per tutte agli stereotipi di genere, che possono influenzare le scelte formative e di istruzione e portare a discriminazioni: è quanto ha chiesto il Parlamento europeo in una risoluzione non legislativa, votata ieri, in cui si afferma che le misure sulla parità di genere devono essere applicate a tutti i livelli del sistema di istruzione. Perché stereotipi e differenze contano ancora: il divario retributivo di genere si attesta ancora al 16% e il divario sulle pensioni al 39% (dati 2013).
La relatrice Liliana Rodrigues ha dichiarato: “Stiamo ancora vivendo in un’Europa disuguale. Alcuni progressi sono stati compiuti, ma le donne continuano ad essere un obiettivo primario per la discriminazione e la violenza. Credo che la scuola svolga un ruolo fondamentale nel cambiare questo stato delle cose. La mia relazione mira a garantire l’uguaglianza e l’emancipazione delle ragazze attraverso l’educazione, rispettare la Convenzione di Istanbul come strumento per prevenire la discriminazione di genere, creare una cultura della scuola della parità di genere, supervisionare in modo critico i materiali e i programmi educativi, garantire la parità di genere per quello che riguarda le decisioni personali e professionali e migliorare la percentuale di donne in posizioni di responsabilità e di rilievo”.
I parlamentari invitano a colmare il divario fra istruzione e sviluppo professionale delle donne, che, seppure rappresentino il 60% dei diplomati nell’istruzione superiore in Europa, sono meno ricompensate rispetto agli uomini e sono sottorappresentate nelle posizioni di management, scienza e ingegneria. Per incoraggiare più donne a formarsi nei campi della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, i deputati chiedono misure uniformi d’accesso e l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione fin dall’apprendimento prescolastico. Viene inoltre chiesto di combattere gli stereotipi di genere, che insieme al sessismo rappresentano i maggiori ostacoli per raggiungere la parità: i parlamentari chiedono agli Stati di incoraggiare le ragazze e i ragazzi a sviluppare uguale interesse verso tutte le materie, al di là degli stereotipi di genere, sottolineando il ruolo dei modelli femminili positivi nelle scuole, nelle università e nella scienza.
Educazione di genere, educazione sessuale e informazioni sulle questioni che riguardano le persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali) dovrebbero far parte dei programmi scolastici per combattere ogni forma di violenza e discriminazione. Per i parlamentari europei, si legge in una nota, “ l’educazione di genere dovrebbe far parte dei programmi scolastici e i materiali didattici non dovrebbero contenere contenuti discriminatori, stereotipi o sessismo. Gli Stati membri potrebbero considerare di rendere obbligatoria, in tutti i programmi della scuola primaria e secondaria, l’educazione sessuale e relazionale sensibile, adeguata all’età, per insegnare ai ragazzi e alle ragazze il valore delle relazioni basate sul consenso, rispetto e reciprocità. Per combattere la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, i deputati invitano la Commissione a sostenere l’inserimento di informazioni obiettive sulle questioni relative alle persone LGBTI nei programmi scolastici, per combattere la violenza e la discriminazione di genere, le molestie, l’omofobia e la transfobia, in tutte le loro forme, comprese le forme di cyber-bullismo o molestie online”.