Stop alla penalizzazione per l’accesso al credito delle realtà non profit. Dal primo ottobre di quest’anno l’assorbimento patrimoniale per i prestiti bancari alle realtà non profit scende dall’8% al 6%: questo significa che le organizzazioni non profit – per quanto riguarda l’accesso al credito – vengono trattate come le piccole e medie imprese, ponendo fino a “un trattamento svantaggioso per il non profit del tutto ingiustificato”. È quanto rende noto Banca Etica, che da tempo premeva per questa novità.

Spiega Banca Etica nel suo blog: “A sbloccare la situazione è arrivata una nuova interpretazione delle regole internazionali sul credito c.d. “Basilea 3” (e in particolare del Regolamento UE n. 575/2013 il CRR) da parte della Banca d’Italia che, con l’aggiornamento della tabella decisionale Puma 2,  ha collocato i soggetti identificati con i codici 500 e 501 (ovvero enti religiosi ed enti non profit) anche nel portafoglio relativo alle “Esposizioni al dettaglio” oltre che in quella “Imprese”.Questo significa che in presenza di alcune condizioni quali per esempio il fatturato d’impresa inferiore a 50 milioni di euro e l’importo del prestito non superiore al milione di euro, da oggi in poi se una banca presta 100 euro a un’organizzazione non profit, deve accantonarne solo 6 euro di capitale e non più 8 euro come avveniva fino a fine settembre”.

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