L’obesità infantile sta diventando sempre più un’emergenza sanitaria. Combatterla è fondamentale per evitare l’insorgere di ulteriori patologie in età adulta. In Italia il 23,1% dei bambini è in sovrappeso (circa 1 su 4) e il 9,8%, cioè 1 su 10, è passato ad essere obeso. Sebbene il numero dei bambini con problemi di peso in eccesso sia diminuito nel periodo tra il 2008 e il 2014, l’Italia resta ancora in cima alla classifica dei paesi europei. Senza contare che, come ha precisato il Garante per l’Infanzia, l’obesità diventa spesso fonte di pregiudizi, umiliazioni e discriminazioni sociali con la conseguenza di gravi traumi psicologici.

“Il compito delle Istituzioni, così come della società civile in generale, non può che essere quello di stimolare comportamenti alimentari corretti”, dichiara l’On. Paola Binetti, della Commissione affari sociali e sanità della Camera dei Deputati, intervenuta alla conferenza stampa del lancio della terza edizione del progetto “Salta in Bocca” che coinvolge, tra gli altri, il CSE Italia e la Fimp (federazione italiana medici pediatri).

Informare i piccoli attraverso il gioco, stimolare l’adozione di buone pratiche alimentari a scuola e a casa, coinvolgere il più possibile genitori e insegnanti nella battaglia contro quella che potrebbe essere l’epidemia del prossimo futuro: sono questi gli obiettivi che il progetto intende realizzare. “Ciò che dobbiamo riuscire a creare e sviluppare è il “modello GPS”, genitori, pediatri, scuola. Solo con il coinvolgimento di tutto ciò che ruota attorno al bambino possiamo avere successo”, precisa Giuseppe Di Mauro di Fimp.

Quali sono i fattori che incidono maggiormente sulla diffusione di questa patologia? Sicuramente la responsabilità maggiore va al progressivo consolidamento di abitudini alimentari sbagliate: l’8% dei bambini salta la colazione o non la fa in modo adeguato (31%), il consumo di frutta e verdura è limitato (solo il 25% dei più piccoli lo fa abitualmente) e il consumo di bevande gassate o zuccherate è piuttosto consistente (Osservatorio Okkio alla Salute). A questo si aggiunge uno stile di vita sedentario con il 35% dei bambini impegnati per più di due ore al giorno al guardare la tv o a giocare ai videogiochi. Sta di fatto che “l’obesità infantile è una vera e propria epidemia globale e in Italia la situazione sta diventando davvero preoccupante” dichiara la dietista nutrizionista Maëla Le Borgne-Pénot, “se si è obesi da piccoli la probabilità di esserlo anche da adulti è dell’80%. Senza contare il fatto che un bambino obeso incide sulla spesa pubblica il 25% in più rispetto ad un bambino normopeso”.

Il progetto “Salta in bocca” ha già coinvolto nelle due passate edizioni 5.000 classi della scuola primaria, 10 mila insegnanti e 110 mila tra bambini e genitori. “La capillarità dell’azione e la tempestività sono i caratteri principali perché si possa realmente invertire la tendenza”.

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