Associazioni dei consumatori sul piede di guerra per lo scandalo Volkswagen.
Il Movimento Difesa del Cittadino ha presentato un esposto all’Antitrust per pubblicità ingannevole, chiedendo l’avvio di un’istruttoria urgente. “I consumatori avrebbero acquistato un prodotto difforme dalle caratteristiche tecniche di inquinamento ambientale promesse e garantite dall’azienda sui seguenti modelli: Jetta (2009 – 2015), Jetta Sportwagen (2009-2014), Beetle (2012 – 2015), Beetle Convertible (2012-2015), Audi A3 (2010 – 2015), Golf (2010 – 2015), Golf Sportwagen (2015), Passat (2012-2015).
Si tratta di modelli pubblicizzati per la vendita anche quanto alle emissioni di Co2 sui seguenti siti: http://it.volkswagen.com/it.html, http://www.audi.it/it/web/it/modelli/a3/a3.html?csref=ppc_A3_alwayson&campaignid=A3&a dvertiserid=ppc&bannerid=alwayson.
Con un comunicato stampa del 22 settembre il professionista ha ammesso le proprie responsabilità in merito alla manipolazione dei dati sulle emissioni gas, dichiarando che i veicoli coinvolti sono ben 11 milioni venduti in tutto il mondo. Si tratta con tutta evidenza di una condotta contraria alla diligenza professionale, falsa ed idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio, in violazione degli art. 21 lett. B, C e D, 22, 23 lett. D, E del Codice del Consumo.
Nell’esposto MDC ricorda che “la certificazione della rispondenza delle omologazioni dei veicoli, comprese le verifiche della rispondenza alle emissioni inquinanti, sono emesse sulla base della norma comunitaria – obbligatoria – Direttiva Quadro 2007/46, inerenti le procedure e le verifiche di tutti i veicoli”. “Ogni Stato della Comunità Europea, rilascia i certificati di omologazione sulla base delle verifiche condotte sulle diverse tipologie di veicoli di ciascun costruttore che lo richieda. Nel caso specifico del costruttore Audi-Volkswagen le omologazioni sono rilasciate nella maggioranza dei casi dal KBA – autorità tedesca di certificazione. La stessa Direttiva quadro obbliga tutti gli Stati Membri ad immatricolare qualsiasi tipo di veicolo e marca che abbia un certificato valido rilasciato da un qualsiasi paese, senza ulteriori controlli preventivi”.
Nel momento in cui la pratica scorretta è stata ammessa direttamente dal professionista, l’Associazione chiede un intervento d’urgenza da parte dell’Antitrust per evitare anche una possibile reiterazione, in mancanza del blocco delle vendite e/o ritiro dei mezzi. Si chiede all’Autorità di avviare un’istruttoria ordinando, se è il caso, la sospensione cautelativa delle vendite dei mezzi oggetto della confessata manomissione ai sensi dell’art 8 n. 1 del Regolamento di cui alla Delibera 1 Aprile 2015.