Contrasto alla povertà e recupero degli sprechi si saldano nell’esperienza degli empori solidali. Sono circa 60 realtà in tutta Italia e contrastano quotidianamente la povertà alimentare aiutando 60 mila persone. Si tratta di piccoli supermercati ad accesso controllato che offrono la possibilità di fare la spesa gratuitamente secondo il proprio fabbisogno. Tutto questo è possibile attraverso la collaborazione fra associazioni, enti locali e cittadini che hanno dato vita a un “circolo virtuoso di solidarietà”. Il fenomeno è stato fotografato dal CSVnet, il Coordinamento che riunisce i Centri di Servizio per il Volontariato, in un convegno a Milano.
“Con Empori solidali definiamo un insieme ampio e variegato di esperienze accomunate dalla finalità del recupero degli sprechi alimentari e dal contrasto alle povertà, caratterizzate dalla presenza di piccoli supermercati ad accesso controllato con la possibilità di fare la spesa gratuitamente secondo il proprio fabbisogno”, spiegano dal CSVnet. In cassa si paga scalando dei punti da un monte mensile calcolato sulla base dei componenti della famiglia e del reddito Isee. In Italia gli empori solidali sono attivi dal 2008: i primi sono nati da iniziative delle Caritas a Roma e Prato, in seguito c’è stata una crescita in tutta Italia. Al momento ne sono censiti circa 60, distribuiti sul territorio regionale italiano in modo quasi omogeneo (16 le regioni che ne hanno almeno uno: 9 al Sud, 23 al Centro e 27 al Nord).
Sostiene il CSVnet: “Rappresentano una risposta alla povertà che garantisce il rispetto della dignità della persona e un rapporto trasparente con i fornitori attraverso un sistema di rendicontazione e tracciamento delle merci. I partenariati che li sostengono vendono la compresenza di soggetti differenti del Terzo settore, spesso affiancati alle istituzioni e alle Fondazioni di origine bancaria: sono segnali di un territorio che ricerca risposte congiunte e innovative a problemi, purtroppo, di lunga presenza nella società”.
Non è facile misurare il valore di questi progetti ma confrontando i costi di gestione con la loro capacità di generare e redistribuire ricchezza, è possibile affermare che gli empori solidali, mediamente, hanno un rendimento almeno 7 volte superiore all’investimento fatto. “Ciò è possibile – spiega il CSVnet – soprattutto grazie all’importanza che viene data alla dimensione delle relazioni: favorire opportunità di incontro tra famiglie o coinvolgere chi beneficia del servizio nelle attività dell’emporio rende queste realtà un luogo oltre che di utilità anche di incontro”.
Ha detto il presidente di CSVnet: “Le sessanta realtà che abbiamo censito, presenti in 16 regioni, ci dimostrano come il fenomeno degli empori solidali abbia assunto una dimensione nazionale. La corresponsabilità è un motivo trainante e una caratteristica del modo con cui si vuole, in questo caso, rispondere a un bisogno antico, che però si manifesta in modalità nuove, cioè quello del bisogno alimentare, affermando un approccio che vuole preservare la dignità delle persone che ricevono aiuto. Non si tratta solo di tamponare ma di intervenire per risolvere le cause di indigenza che in questi anni sono cresciute in modo esponenziale. Quindi in questo senso l’emporio è anche un luogo di facilitazione al contatto con chi agisce in questo segmento specifico. Questa particolare esperienza ci dimostra che il volontariato è vivo, è diffuso, è un’opportunità per chi lo pratica, ma soprattutto continua ad essere una scommessa per il futuro”.