Anche il vetro di Murano, i violini di Cremona e le ceramiche di Faenza potrebbero diventare IGP e vantare il marchio di indicazione geografica protetta. Attribuire alle opere dell’artigianato il marchio IGP permettere di conservare il patrimonio culturale europeo, di tutelare i consumatori dando loro la garanzia di prodotti di qualità e di favorire la crescita economica. Questo il senso della richiesta fatta dai parlamentari europei.

La Commissione Affari Giuridici del Parlamento Europeo ha chiesto ieri, in una risoluzione non legislativa, che il marchio di indicazione geografica protetta (IGP) includa non solo prodotti alimentari quali l’aceto balsamico di Modena ma anche opere dell’artigianato come il vetro di Murano o l’alabastro di Volterra. Nella risoluzione, votata in maniera plebiscitaria con soli tre astenuti, gli eurodeputati chiedono alla Commissione europea di proporre un unico sistema di protezione dei prodotti a marchio IGP non agricoli. La relazione dovrà ora essere votata da tutti i deputati in seduta plenaria: il dibattito è previsto per il 5 ottobre e il voto per il 6 ottobre.

La proposta prevede dunque di estendere l’indicazione geografica protetta ai manufatti frutto di artigianato locale, dai pizzi di Calais ai i cristalli di Boemia, dal marmo di Carrara alla porcellana Meissen. Ci sono oltre 800 prodotti che potrebbero essere tutelati da questo marchio: in Italia, ad esempio, fra le opere che rientrerebbero nella classificazione di qualità ci sono i coltelli artigianali e la filigrana della Sardegna, i gioielli di Torre del Greco, i violini di Cremona, i prodotti cosmetici delle Terme di Salsomaggiore e Saturnia, il vetro di Murano, le ceramiche, complessivamente 36 denominazioni tra le quali le ceramiche di Vietri, Urbania, Deruta, Bisignano, Gubbio, Napoli, Faenza e Grottaglie.

Secondo Virginie Roziere, relatore della risoluzione, “si tratta di prodotti e nomi famosi, utilizzati alle volte in modo fraudolento senza la garanzia che le norme di origine e di qualità vengano rispettate. Questa situazione può confondere i consumatori e danneggiare la reputazione dei prodotti originali. Attualmente, la tutela di questi prodotti rimane insoddisfacente in quanto solo 15 Stati membri dispongono di una legislazione nazionale specifica”.

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