“Sono necessarie maggiori tutele e risarcimenti per i Cittadini coinvolti in investimenti rischiosi senza informazioni adeguate”. E invece sono molti i Risparmiatori che hanno subito perdite rilevanti e molti gli aspetti da chiarire sul rispetto delle garanzie previste per i Risparmiatori. Per questo il Movimento Difesa del Cittadino considera “irrisoria” la multa decisa dalla Consob nei confronti di Poste italiane.
Dice il vicepresidente nazionale di Mdc Francesco Luongo: “La multa è irrisoria, sono necessarie maggiori tutele e risarcimenti per i cittadini coinvolti in investimenti rischiosi ed in perdita senza informazioni adeguate, sopratutto in vista del collocamento delle azioni previsto a novembre”. Il caso riguarda diversi piccoli risparmiatori, anche anziani e privi di esperienza, cui sono stati venduti prodotti finanziari complessi o ad alto rischio: per questo Mdc aveva inviato lo scorso dicembre una diffida a Poste Italiane , ai sensi del Codice del Consumo, per la violazione del dovere di trasparenza, correttezza ed adeguata informazione nella prestazione dei servizi finanziari e richiesto un approfondimento ed una estensione dell’indagine avviata dalla Consob. Di pochi giorni fa la conferma di una multa di 60mila euro irrogata dalla Commissione a Poste Italiane per aver violato le “norme che regolano i conflitti di interesse e la correttezza della condotte, nonché la materia della valutazione di adeguatezza degli investimenti”.
“Una multa irrisoria per Poste Italiane che, come accertato dalla Commissione, tra il 2011 e maggio 2014, ha orientato la propria clientela su specifici prodotti o categorie di prodotti non considerandone i bisogni reali”, prosegue Francesco Luongo. Spiega Mdc: “Come già emerso dall’indagine Consob dell’8 agosto 2014, le vendite sarebbero in conflitto di interesse con la rete BancoPosta. Sono soltanto 330.000 i clienti su 900.000 ad avere un profilo di rischio che rispetta la direttiva europea MIFID (rapporto corretto tra chi vende prodotti finanziari e le competenze e la propensione al rischio della clientela), condizione che porta a disinvestimenti anticipati rispetto alle scadenze durante i nuovi collocamenti, con più costi ai clienti e più commissioni alla società. Addirittura il 91% della clientela con la licenzia media rientrerebbe tra i soggetti cui si potrebbero vendere prodotti più sofisticati. Ancora, da quanto diffuso sulla stampa, l’80% dei clienti sopra i 70 anni che hanno comprato una polizza index-linked (strumento finanziario a tutti gli effetti per la Cassazione) avrebbero un orizzonte di investimento superiore ai 7 anni”.
“Sono molti i consumatori che hanno subito perdite rilevanti del capitale investito, è il caso del Fondo Europa Immobiliare 1, collocato attraverso gli uffici di Poste Italiane e che ha registrato una perdita di almeno il 54,52% del valore dalla data di collocamento. Sono necessarie maggiori tutele e risarcimenti per i cittadini coinvolti in investimenti rischiosi senza informazioni adeguate, nonostante la stessa Commissione abbia accertato che il 74,5% dei clienti del BancoPosta si classificherebbe sui tre livelli più elevati di “esperienza e conoscenza” in materia finanziaria e soltanto il 5% avrebbe conoscenze minime.”
L’associazione contesta anche le rassicurazioni date da Poste, secondo cui i processi di vendita sono stati modificati d’intesa con la Consob, perché è stato rifiutato l’accesso agli atti richiesto ufficialmente da Mdc per chiarire come i risparmiatori dovrebbero sentirsi sicuri. Per l’associazione “ci sono ancora molti lati da chiarire quanto al rispetto delle garanzie previste per i risparmiatori dalla Direttiva MIFID nel collocamento di prodotti finanziari di Poste, soprattutto in vista del collocamento delle azioni di Poste programmato per novembre e che prevede quote “rilevanti” riservate sia ai dipendenti sia al mercato retail dei piccoli risparmiatori per favorire un’ampia area di azionariato popolare che va tutelata”.