Il Ttip torna al Parlamento europeo. Oggi e domani l’europarlamento è chiamato ad esaminare e votare la risoluzione sul trattato transatlantico su commercio e investimenti (Ttip) che liberalizzerà gli scambi commerciali fra Europa e Stati Uniti. Tra i punti più contestati l’arbitrato internazionale, che consentirebbe a un’impresa di citare in giudizio gli Stati che avessero introdotto normative considerate lesive degli interessi dell’impresa.
L’arbitrato internazionale è un meccanismo di protezione che consentirebbe a un’impresa di citare in giudizio – davanti a tribunali privati – gli Stati che avessero introdotto normative considerate lesive degli interessi dell’impresa, anche se democraticamente adottate in difesa della salute dei cittadini o dell’ambiente.
Come spiega la campagna Stop Ttip – Italia, quello di questi giorno all’Europarlamento “non sarà un voto sul trattato, ancora da concludere, ma sui confini che il Parlamento europeo dovrà dare alla Commissione europea durante il processo negoziale. Sono le famose “linee rosse” non superabili”. Ma il testo della risoluzione viene considerato ancora “troppo debole e ambiguo” soprattutto a partire dalla questione dell’arbitrato internazionale, il meccanismo che di fatto permetterebbe alle imprese di denunciare gli Stati per politiche considerate lesive dei propri interessi e dei propri profitti e dunque, di fatto, sgradite.
Il testo in votazione domani, ricorda l’Europarlamento, è già frutto di molte modifiche e di una gran mole di emendamenti. Secondo le parole rilasciate dal relatore, l’eurodeputato tedesco Bernd Lange, al sito del Parlamento europeo, di fronte al Ttip nella società europea “C’è molta preoccupazione anche perché si tratta di un nuovo tipo di accordo commerciale e per questo dobbiamo essere trasparenti. Nella risoluzione del Parlamento abbiamo messo nero su bianco che i valori europei e le tradizioni europee non sono inclusi nell’accordo TTIP, ad esempio la diversità culturale, i servizi pubblici o le misure volte a proteggere il flusso di dati e la protezione dei dati. Facciamo in modo che l’Europa abbia ancora la capacità di legiferare sulle questioni che la riguardano senza lasciarsi influenzare da nessun accordo commerciale”. Interrogato sul meccanismo di risoluzione delle controversie fra investitore e stato (Isds, investor-to-state dispute settlement), Lange ha detto: “Durante la Plenaria di giugno è risultato chiaro a tutti che l’ISDS è morto. L’arbitrato privato è uno strumento del passato e il Parlamento non lo considera più un’alternativa negli accordi commerciali. Tuttavia, il mese scorso questo aspetto non è stato sufficientemente chiarito. Ora è evidente che l’ISDS (l’arbitrato privato) deve essere sostituito da un tribunale pubblico. Abbiamo bisogno di giudici nominati pubblicamente e di un meccanismo europeo chiaro. In questo senso possiamo dire che si tratta di un sistema completamente nuovo”.