Più concorrenza per uscire dalla crisi economica e per riprendere a crescere. Per contrastare le disuguaglianze. E per realizzare la tutela del consumatore, settore nel quale “il messaggio chiaro lanciato ai mercati è che gli illeciti antitrust e le pratiche commerciali scorrette sono perseguiti con severità”: sono le parole con cui il presidente dell’Autorità Antitrust Giovanni Pitruzzella ha presentato la relazione annuale sull’attività svolta.
L’economia italiana è caratterizzata da un basso tasso di crescita e da una competitività ridotta, e nell’arco degli ultimi anni le disuguaglianze sono cresciute: almeno fino al 2010 la struttura economica “ha creato grandi zone di privilegio: invece del mercato aperto sono prevalse le rendite di posizione”. Se questo è il quadro generale di partenza, l’Antitrust vede però nell’ultimo periodo un cambio di rotta che fa dire al presidente: “L’Italia attraversa una fase di profondo cambiamento e l’Antitrust è parte di questo processo”. Spiega Pitruzzella che “l’apertura alla concorrenza si colloca nell’ambito di un cambiamento del quadro giuridico che finalmente sta creando un ambiente favorevole all’iniziativa economica e che rimuove alcune delle principali cause del deficit di competitività”. In quest’ambito l’Antitrust cita la riforma del mercato del lavoro, la legge delega per la riforma della pubblica amministrazione, la nuova disciplina giuridica, l’imminente delega fiscale, la prossima riforma del codice degli appalti e il progetto sulla banda ultralarga.
I numeri dell’azione svolta dall’Autorità dicono che dall’inizio del 2014 a oggi sono state irrogate sanzioni per 266 milioni di euro – 186 milioni di euro nel 2014 e 80 milioni di euro nei primi cinque mesi e mezzo di quest’anno – con un’attenzione particolare ai cartelli e alle intese. Sono stati chiusi 23 procedimenti riguardanti intese e 3 procedimenti per abuso di posizione dominante, e nello stesso periodo sono stati avviati altri 10 casi riguardanti intese e 3 relativi ad abusi di posizione dominante. “Altrettanto incisivo – dice Pitruzzella – è stato l’esercizio dei poteri a tutela dei consumatori contro le pratiche commerciali scorrette. Complessivamente sono stati chiusi 210 procedimenti (di cui 163 nel 2014 e 47 nel 2015). L’ammontare delle sanzioni irrogate è stato pari a 30 milioni di euro (di cui 19,5 milioni nel 2014).
L’Antitrust rimarca che “tutela della concorrenza e tutela del consumatore sono strettamente interdipendenti e in Europa viene visto come un modello di successo quello italiano, che affida alla medesima istituzione i due compiti”. L’azione dell’Autorità fra l’altro si è spostata con più decisione verso l’adozione di provvedimenti con sanzioni, tanto che il monito è chiaro: c’è sempre meno possibilità di evitare le conseguenze di una pratica scorretta. Questo quanto emerge dalle parole dell’Antitrust: “Il più recente periodo conferma il trend avviato nel 2012 di un riequilibrio del rapporto tra decisioni con impegni e decisioni con sanzioni a favore di queste ultime. Il messaggio chiaro lanciato ai mercati è che gli illeciti antitrust e le pratiche commerciali scorrette sono perseguiti con severità e che, se è stato commesso un illecito, le probabilità di evitare una sanzione sono davvero esigue e comunque subordinate alla presentazione di impegni solidi e idonei a rimuovere, in radice, le preoccupazioni manifestate in sede di avvio del procedimento”.