A partire dal 26 giugno Trenitalia programmerà la soppressione di una serie di treni “qualora sugli stessi non venga garantita la presenza delle forze dell’ordine”. Sono quindici treni in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Lazio e Campania, considerati “tratte critiche” per eventuali rischi di aggressione e problemi di ordine pubblico. È quanto si legge nel verbale di un incontro fra Ferrovie dello Stato, Trenitalia e le segreterie di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti-Attività Ferroviarie, Fast Ferrovie.
Nel documento si legge che l’azienda e le organizzazioni sindacali “hanno ribadito che le azioni formative ed organizzative messe in atto dalle Divisioni di Trenitalia da sole non bastano, atteso che la salvaguardia e l’incolumità dei lavoratori e dei clienti attiene a profili di ordine pubblico e, quindi, esterni al “sistema azienda””. Nel documento c’è la richiesta congiunta di una sede di monitoraggio e di individuazione delle possibili iniziative presso il Ministero dell’Interno e dei Trasporti, con le imprese ferroviarie e i sindacati. A partire dal 26 giugno, si legge nel documento, Trenitalia programmerà la soppressione di una serie di treni “qualora sugli stessi non venga garantita la presenza delle forze dell’ordine”. In caso di situazioni di pericolo i controllori potranno sospendere temporaneamente il lavoro e chiedere l’intervento della Polfer. “Nei casi in cui si ravvisino rischi concreti per l’incolumità e la sicurezza delle persone a bordo treno”, oltre ad attenersi alle procedure previste per chiedere l’intervento della Polfer, “il lavoratore – si legge nel documento – potrà avvalersi della facoltà di sospendere temporaneamente l’attività di controlleria, al fine di agevolare gli interventi di prevenzione da parte delle autorità competenti”.
L’intesa prevede che una lista di treni, fondamentali per il pendolarismo di migliaia di Lavoratori e di Cittadini onesti, siano cancellati se non presidiati da Forze dell’Ordine, le AA.CC. chiedono l’immediato intervento ognuno per sua competenza del Ministro degli Interni, del Ministro dei Trasporti, dei presidenti delle Regioni e dei Prefetti per garantire il servizio ferroviario, Trenitalia e i sindacati dei ferrovieri sanciscono la resa di fronte ai delinquenti e la definitiva scomparsa del diritto alla mobilità.
Il ministero degli Interni deve “commissariare” la Polizia ferroviaria per l’inefficace servizio fornito e assumersi la responsabilità di garantire con tutti i corpi di polizia l’incolumità per passeggeri e dipendenti. I Prefetti e i Presidenti delle regioni intervengano per garantire la sicurezza sui treni e la loro circolazione”.