Attenti a quei droni: non è il titolo di un film, ma la raccomandazione che arriva dal gruppo dei Garanti per la privacy europei, che hanno adottato un parere sull’impiego dei droni per tutti gli usi civili. Il provvedimento, di cui è relatore il Garante italiano, dà indicazioni a costruttori, operatori, legislatore nazionale ed europeo e regolatori del settore per la tutela della riservatezza delle persone. Visto il gran numero di utilizzi, le attuali regole rischiano di non essere più adeguate ai nuovi sistemi di raccolta di dati personali così invasivi.

“La sola ampiezza delle applicazioni oggi note, dalla ricognizione di aree impervie alle riprese di eventi o manifestazioni, dal monitoraggio di aree urbane alla verifica di impianti e strutture complesse fino agli usi amatoriali o ricreativi, dà bene l’idea di quali possono essere i potenziali rischi per la privacy delle persone – afferma il presidente del Garante Privacy italiano – Le attuali regole giuridiche rischiano di non essere più adeguate a questi nuovi sistemi di raccolta di dati personali così invasivi. Dobbiamo puntare sempre di più sulla ‘privacy by design’, su tecnologie rispettose dei diritti di libertà delle persone fin dalla loro progettazione. Il parere dei Garanti Ue è un primo passo”.

Il Gruppo dei Garanti UE chiarisce che non è l’impiego dei droni in sé ad essere problematico, quanto gli effetti potenzialmente invasivi che può produrre il loro uso e che sfuggono totalmente alla percezione delle persone. Nel caso dei droni, gli strumenti di tutela finora adottati risultano di ardua applicazione e risulta difficile ricostruire con chiarezza la catena di responsabilità nel loro utilizzo, ossia chiarire chi fa cosa e per quali scopi: spesso i droni sono utilizzati da imprese che offrono servizi in “outsourcing” ad altri soggetti, i quali sono i veri titolari del trattamento ma non sempre hanno piena consapevolezza delle responsabilità derivanti.

Per questo le Autorità hanno indicato una serie di misure da seguire. Ad esempio, gli operatori avranno l’obbligo di fornire un’informativa tenendo conto delle peculiarità delle operazioni svolte: dai classici cartelli a informative sui siti di ciascun operatore, fino a piattaforme uniche che raccolgano le informazioni sui voli o all’adozione di misure per rendere il più possibile visibile e identificabile un drone. Gli operatori inoltre dovranno scegliere una tecnologia che limiti la raccolta e il trattamento dei dati a quelli indispensabili alle loro finalità e  adottare idonee misure di sicurezza.

Al legislatore nazionale ed europeo e ai regolatori di settore i Garanti privacy raccomandano l’introduzione e/o il rafforzamento delle norme che consenta l’utilizzo dei droni nel rispetto dei diritti fondamentali; lo sviluppo e l’introduzione (in collaborazione con i rappresentanti dell’industria,   i costruttori e gli operatori di settore)  di criteri per la valutazione di impatto privacy; l’individuazione di modalità di cooperazione tra autorità di protezione dei dati e autorità per l’aviazione civile; l’utilizzo dei fondi di ricerca EU per l’individuazione di strumenti tecnologicamente adeguati per fornire l’informativa agli interessati e favorire l’identificazione dei droni.

Ai costruttori il WP29 raccomanda l’adozione di misure di privacy by default, la promozione di codici deontologici, l’adozione di misure per rendere il più possibile visibile e identificabile un drone.

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