Com’è composto il nostro debito pubblico al quale tutti contribuiamo pagando le tasse? Sarebbe un segno di civiltà, oltre che di trasparenza, se tutti gli italiani conoscessero i contenuti dei contratti derivati che il Governo ha sottoscritto per proteggere il debito pubblico dalle oscillazioni dei tassi di interesse. Anche perché, per le tasche dei cittadini, si sono rivelati un bagno di sangue. Le richieste da parte di alcuni parlamentari e di numerosi tecnici di conoscere le condizioni che regolano questi contratti sui derivati sono state fin’ora rigettate dal Ministero dell’Economia. Wired ha presentato ricorso al TAR del Lazio per ottenere queste informazioni a difesa della trasparenza per tutti gli italiani. E ha lanciato una petizione su Change.org.
Negli ultimi anni, dal 2011 al 2014, lo Stato italiano ha subito un aumento del debito pubblico di 16,95 miliardi di euro solo a causa dei contratti derivati sottoscritti da Roma per 159 miliardi. Contratti che avrebbero dovuto proteggere il debito stesso da rischi come l’oscillazione dei tassi di interesse o valutarie. I 16,95 miliardi sono perdite reali, soldi effettivamente sborsati dai contribuenti italiani, ma le perdite potenziali sarebbero 42 miliardi di euro (6 miliardi in più della finanziaria 2015 e più di 1000 euro a testa per ogni italiano tra i 15 e i 64 anni), qualora il nostro Governo volesse chiudere i contratti stipulati con varie banche.
E’ giusto che i Cittadini abbiamo informazioni più dettagliate su queste operazioni, perché con le loro tasse contribuiscono a pagare gli obblighi che ne derivano.