Individuazione di tempi massimi per la chiusura del conto corrente. Maggiore trasparenza verso la clientela nelle modalità di chiusura dei conti. Rimborso di spese in eccesso sostenute per responsabilità degli istituti bancari. L’Antitrust ha accettato e reso obbligatori gli impegni presentati da Barclays Bank e da Intesa Sanpaolo in relazione alla chiusura dei conti correnti.
L’Autorità imputava ai due istituti un “comportamento ostruzionistico e dilatorio” attuato nella fase di estinzione dei rapporti di conto corrente: l’accusa che pesava sulle banche era quella di non aver dato seguito prontamente alle richieste di estinzione dei conti correnti presentate dai consumatori, omettendo di comunicare tempestivamente eventuali circostanze ostative; al contempo le banche avrebbero continuato ad addebitare al cliente le spese legate alla tenuta del conto, quali canone o imposta di bollo. I procedimenti si sono chiusi con l’accettazione degli impegni presentati dai due istituti bancari.
Sono impegni di varia natura legati alla tempistica di chiusura dei conti correnti, alla trasparenza nell’informazione ai clienti, all’individuazione di eventuali rimborsi. “Barclays si impegna affinché la chiusura su richiesta dei consumatori dei conti correnti da questi aperti avvenga entro un termine massimo di 12 giorni lavorativi e comunque non oltre 18 giorni solari”, si legge nell’odierno bollettino dell’Antitrust. Un altro impegno riguarda la trasparenza dei tempi massimi di chiusura dei conti: “Barclays si impegna a rendere maggiormente trasparenti per i consumatori i tempi massimi di chiusura dei conti correnti fornendo indicazioni nelle seguenti sedi e con i seguenti strumenti: fogli informativi; modulo di chiusura del conto corrente (“Modulo”); sul proprio sito internet”.
La banca si impegna inoltre a facilitare e assistere la clientela nella chiusura dei conti correnti – “Barclays si impegna a facilitare ulteriormente le operazioni di chiusura del conto corrente per i consumatori, rendendo il processo maggiormente trasparente e agevole per la clientela” – e a fermare le spese di tenuta conto. Previsto anche un rimborso per eventuali spese sostenute in caso di superamento dei tempi di chiusura imputabile alla banca: questa infatti “si impegna a rimborsare i clienti per i quali, nel periodo intercorrente tra il 2010 e la data del provvedimento di chiusura del procedimento da parte dell’Autorità, la chiusura del conto corrente è stata ritardata rispetto alla tempistica di chiusura massima dei conti correnti pubblicizzata nei fogli informativi di volta in volta in vigore per cause imputabili alla Banca. Tale rimborso riguarderà le spese di tenuta del conto corrente come individuate nell’Impegno 5, addebitate dal momento in cui è stata perfezionata da parte del consumatore la richiesta di chiusura conto alla Banca e sino alla data di chiusura del conto corrente”.
Analoghi impegni per Intesa Sanpaolo che, prosegue il bollettino Antitrust, “si impegna a mettere a disposizione il saldo di chiusura del conto corrente entro 12 giorni lavorativi e comunque entro 18 giorni solari”. Intesa Sanpaolo si impegna inoltre a “migliorare le proprie regole operative interne in materia di chiusura del conto corrente. Saranno rafforzate le previsioni relative alla necessità di fornire adeguata informativa e assistenza dei clienti, anche in ordine ad eventuali cause ostative alla chiusura del conto corrente”.
La banca prevede la sospensione delle spese di tenuta del conto corrente dalla data di richiesta di chiusura del conto: “Intesa Sanpaolo si impegna a sospendere l’applicazione delle spese di tenuta conto, se previste, dal giorno di ricezione della richiesta di chiusura. Per “spese di tenuta conto” qui si intendono il canone del conto e le seguenti condizioni economiche: “costo operazioni in franchigia” (annuale o trimestrale); “costo di registrazione di ogni operazione (in aggiunta al costo dell’operazione)”; “spese per conteggio interessi e competenze””.
Altro impegno riguarda, anche in questo caso, il rimborso delle spese legate a ritardo dovuto alla banca. “Intesa Sanpaolo si impegna, con riguardo ai conti con saldo positivo chiusi in ritardo per causa ad essa imputabile, a pagare un importo forfettario di 4,50 euro per ogni 20 giorni lavorativi di ritardo, o per frazione di tale periodo, a compensazione delle spese di tenuta conto addebitate durante il periodo stesso (quindi, se non sono state addebitate spese di tenuta conto, l’importo non è dovuto) – si legge nel bollettino Antitrust – Si considerano chiusi in ritardo i conti per i quali il saldo è stato messo a disposizione oltre 15 giorni lavorativi dal giorno di ricezione della richiesta di chiusura. Tale impegno è riferito ai conti chiusi su richiesta del cliente dal 1° gennaio 2010 fino alla data in cui diverrà operativa la sospensione delle spese di tenuta conto”
“A partire dal momento in cui il consumatore avrà consegnato alla Banca la documentazione richiesta nonché le materialità connesse con l’utilizzo del conto corrente, ed adempiuto alle richieste di Barclays strumentali all’estinzione del rapporto, la Banca terrà indenne il cliente dalle spese e dai bolli che matureranno da quel momento e che non siano riconducibili ad attività svolta dal cliente o a servizi prestati in suo favore (ad es. spese per versamento assegni emessi prima della data di estinzione del conto corrente, spese per il pagamento di bollettini postali, ecc.)”.