Per promuovere le vaccinazioni servono più formazione, più informazione e campagne che sappiano rispondere alla strategia comunicativa dei movimenti antivaccini. Anche perché aree di incertezza non di poco conto emergono fra gli stessi pediatri: il 22% ritiene che un bambino debba essere vaccinato solo contro le malattie più gravi, il 13% che sia preferibile ridurre al minimo il numero dei vaccini somministrati, l’8% crede più all’immunità acquista attraverso le malattie che non nei vaccini.

Il dato è stato diffuso dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), che ha presentato i risultati di un’indagine condotta fra i pediatri italiani sulle vaccinazioni. Di vaccini si parla infatti da tempo soprattutto perché c’è una generale tendenza al calo delle vaccinazioni, con coperture vaccinali che hanno ormai raggiunto livelli molto bassi e con una preoccupazione diffusa da parte delle istituzioni sanitarie, che temono il ritorno di malattie vicine all’eradicazione.

Del resto, recenti ricerche evidenziano che fra i genitori sono diffuse preoccupazione e incertezza. Dice la Sipps: “Anche i rilievi più recenti pubblicati dal Ministero della salute parlano chiaro e confermano purtroppo una tendenza annunciata e temuta: si registra una flessione per quasi tutte le vaccinazioni, incluse quelle di legge, con valori che hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi 10 anni e coperture a 24 mesi d’età di poco superiori al valore minimo previsto dall’obiettivo del Piano nazionale. Questo deve far riflettere sul rischio che, in mancanza di contromisure, alcune malattie gravi, come la poliomielite e la difterite, scomparse dal nostro Paese ma tuttora presenti in alcune aree del mondo, potrebbero riaffacciarsi anche in Italia, con implicazioni sanitarie, sociali ed economiche a dir poco devastanti”.

Come si spiega questo costante calo di fiducia nei confronti della prevenzione delle infezioni? “Tra i molteplici fattori – afferma il Presidente della Sipps – è senz’altro prioritaria la corretta informazione dei genitori che in oltre il 72% dei casi, come documentano alcuni recenti dati del Censis, pur riconoscendo l’importanza sociale delle vaccinazioni, nutrono qualche dubbio sulla necessità di dover intervenire su un individuo sano. È allora fuori discussione che spetti al pediatra, loro riferimento più affidabile, promuovere cultura sull’argomento e offrire le necessarie rassicurazioni. Sempre che, naturalmente, non sia lui stesso ad avere delle perplessità sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini!!.

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