Parte l’indagine Antitrust sul commercio elettronico in Europa. “È giunta l’ora di abbattere gli ostacoli che ancora intralciano il commercio elettronico, che è uno degli elementi essenziali di un autentico mercato unico digitale in Europa”: così la Commissaria europea per la Concorrenza Margrethe Vestager aveva annunciato a marzo il provvedimento, che si propone di individuare problemi relativi alla concorrenza che possano incidere e limitare i mercati europei dell’e-commerce.

La Commissione europea ha avviato oggi un’indagine antitrust sulla concorrenza nel settore del commercio elettronico nell’Unione europea che permetterà di integrare le azioni già avviate nel quadro della strategia per il mercato unico digitale adottata oggi. L’indagine si concentrerà soprattutto sui potenziali ostacoli elevati dalla imprese verso gli scambi transfrontalieri online di beni e servizi, nei comparti in cui il commercio elettronico è più diffuso, quali l’elettronica, l’abbigliamento e le calzature o i contenuti digitali.

Come evidenzia la Commissione europea, anche se beni e servizi vengono sempre più spesso commercializzati online, le vendite transfrontaliere online nell’Unione europea crescono lentamente. E la stessa strategia per il mercato unico digitale della Commissione, pubblicata oggi, individua diverse barriere regolamentari che ostacolano il commercio elettronico transfrontaliero. L’Europa vuole migliorare l’accesso ai beni e servizi digitali per i consumatori e le imprese e per questo intende, ad esempio, eliminare il blocco geografico ingiustificato. Si tratta, si legge nella Strategia, “una pratica discriminatoria utilizzata per motivi commerciali, secondo la quale i venditori online impediscono ai consumatori di accedere a un sito Internet sulla base della loro ubicazione, o li reindirizzano verso un sito di vendite locale che pratica prezzi diversi. Siffatto blocco può significare, ad esempio, che il noleggio di automobili sarà più costoso se effettuato a partire da un determinato Stato membro rispetto all’identica operazione nello stesso paese di destinazione”. L’obiettivo è dunque quello di eliminare le barriere per creare uno spazio in cui cittadini e imprese possano accedere agevolmente alle attività online ed esercitarle in condizioni di libera concorrenza, a prescindere dalla cittadinanza o nazionalità o dal luogo di residenza.

Ci sono poi altri indizi che le stesse imprese ostacolino il commercio elettronico transfrontaliero per impedire una sostanziale concorrenza: le imprese, spiegano da Bruxelles, impongono ad esempio restrizioni contrattuali negli accordi di distribuzione che impediscono ai dettaglianti di vendere beni o servizi acquistati online o a livello transfrontaliero a clienti situati in un altro paese dell’Unione.

L’indagine della Commissione raccoglierà dunque informazioni di mercato per comprendere meglio la natura, la diffusione e l’incidenza di questi e altri ostacoli analoghi interposti dalle imprese e di valutarli alla luce delle norme antitrust dell’UE. Se emergessero problemi di concorrenza, potrebbe avviare indagini su determinati casi per assicurare il rispetto delle norme Ue sulla pratiche commerciali restrittive e sull’abuso di posizione dominante. Una relazione preliminare da sottoporre a consultazione, dopo la raccolta di informazioni e documentazione, è prevista per metà 2016 mentre la relazione definitiva dovrebbe essere pronta nel primo trimestre del 2017.

Ha detto Margrethe Vestager, Commissaria europea responsabile della politica di concorrenza: “Troppi ostacoli si frappongono ancora all’accesso transfrontaliero dei cittadini europei a beni e servizi online. A volte sono le imprese stesse a creare tali ostacoli. Con questa indagine settoriale intendo valutare quanto sono diffusi e quanto incidono sulla concorrenza e sui consumatori. Se dovesse risultare che tali ostacoli hanno effetti anticoncorrenziali, non esiteremo a prendere misure in base alla normativa antitrust dell’UE.”

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