Non è bastata la multa di oltre 200mila euro inflitta l’estate scorsa: GE.RI. Gestione Rischi S.r.l. ha continuato a mettere in atto pratiche commerciali scorrette nel settore del recupero crediti, nonostante a luglio l’Antitrust le avesse chiesto di fermare questi comportamenti. GE.RI non ha rispettato la delibera e ora le viene inflitta una nuova sanzione di 84.000 euro.

Nel provvedimento n. 25033 del 17 luglio 2014, l’Antitrust scriveva: “la società GE.RI. Gestione Rischi S.r.l. ha sollecitato il pagamento, su incarico di diversi committenti, di presunti crediti, in gran parte infondati o prescritti, anche minacciando, in caso di mancato

pagamento, azioni legali o specificando che “al fine di ritentare la composizione bonaria del Vostro debito, desideriamo informarvi che abbiamo predisposto la visita di un nostro funzionario che si recherà all’indirizzo su indicato o eventualmente presso il vostro posto di lavoro”.

Tale pratica è stata ritenuta aggressiva dall’Autorità, ai sensi degli articoli 20, 24 e 25 del Codice del Consumo, potendo ingenerare nei consumatori destinatari il convincimento che, a prescindere dalla fondatezza della propria posizione debitoria, fosse preferibile provvedere rapidamente al pagamento dell’importo richiesto.

Alla luce di tali considerazioni, l’Autorità ha vietato l’ulteriore diffusione della pratica commerciale. Ma, tra i primi di settembre e fine ottobre 2014 sono giunte all’Autorità oltre 40 richieste di intervento che segnalavano la reiterazione della pratica commerciale oggetto del provvedimento.

GE.RI. avrebbe continuato a richiedere, a mezzo solleciti scritti o telefonici, il pagamento, su incarico di diversi committenti, di crediti infondati, anche minacciando, in caso di mancato pagamento, azioni legali. Dalle segnalazioni appare evidente che GE.RI., al fine di recuperare presunti crediti, spesso insussistenti, continua a inoltrare a consumatori, tramite missive, mail, telefonate ed SMS, solleciti di pagamento con le stesse modalità già valutate come aggressive dall’Autorità, prospettando potenziali ricorsi da parte del titolare del credito a forme di tutela in sede giudiziaria, rappresentando una minaccia di un’azione legale infondata e ingenerando così nei destinatari delle comunicazioni il convincimento che, a prescindere della fondatezza della propria posizione debitoria, sia preferibile procedere al pagamento del debito. La pratica commerciale presenta il medesimo profilo di scorrettezza già accertato, quindi l’Antitrust contesta a GE.RI di aver violato la delibera e di non aver ancora implementato un sistema idoneo a superare i profili di aggressività rilevati nel provvedimento.

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