Si trova in biscotti, merendine, snack dolci e salati e in tanti altri prodotti alimentari. Fino a poco tempo fa la sua presenza poteva essere camuffata dietro la scritta “oli vegetali” ma col nuovo sistema di etichettatura in vigore da dicembre la sua presenza va indicata chiaramente: si tratta dell’olio di palma, prodotto sul quale è in atto una generale mobilitazione perché ne sia limitato l’uso per ragioni ambientali, etiche e salutari. La Coldiretti interviene sul tema e dice: in Italia è ormai record storico di importazioni.

Aumentano del 19 per cento le importazioni di olio di palma in Italia per un quantitativo record che ha superato addirittura 1,7 miliardi di chili nel 2014, un primato negativo mai raggiunto prima”, dice la Coldiretti, che lancia l’allarme “sull’invasione di un prodotto sotto accusa dal punto di vista nutrizionale e ambientale, proprio nella patria dell’olio extravergine di oliva e della dieta mediterranea. L’olio di palma per il basso costo e la scarsa informazione – sottolinea la Coldiretti – tende a sostituire grassi più pregiati praticamene ovunque ed anche in alimenti per bambini come biscotti, merendine, torte e addirittura nel latte per neonati, con quantitativi importati in Italia che sono aumentati di dieci volte negli ultimi 15 anni, ma che ora si possono riconoscere dall’etichetta”.

Le preoccupazioni per la salute sono legate alla presenza dei grassi saturi, quelle ambientali derivano dal fatto che lo sviluppo del mercato dell’olio di palma è correlato alla deforestazione di vaste aree boschive e alla devastazione degli habitat naturali: a denunciarlo fra l’altro non ci sono solo gli agricoltori ma anche una petizione firmata da Il fatto alimentare e da Great Italian Food Trade su Change.org che ha ormai raggiunto 104 mila sostenitori e che invita le aziende a sostituire l’olio di palma con altri oli vegetali non idrogenati o burro. Alcune risposte sono arrivate dalla grande distribuzionesei catene di supermercati hanno dichiarato di voler togliere l’olio di palma dai loro prodotti a marchio (Coop, Esselunga, Carrefour, Ikea, Ld discount e Md market) e alcune hanno cominciato a vendere sugli scaffali biscotti e fette biscottate senza grassi tropicali.

Ora la presenza dell’olio di palma è infatti visibile e non è più possibile usare in etichetta la dicitura generica olio vegetale. Dice Coldiretti: “Una vittoria nei confronti delle grandi lobby che tuttavia continuano a far sentire il proprio peso come dimostra ad esempio la decisione dell’Unione Europea di ricorrere all’organizzazione mondiale del commercio (WTO) per la costituzione di un comitato di arbitraggio riguardo ad alcuni dazi di importazione della Russia, che ritiene eccessivi per diversi prodotti tra i quali l’olio di palma. In altre parole, l’Unione Europea decide di intervenire per far aumentare le importazioni di un prodotto di dubbia qualità che peraltro fa concorrenza sleale al burro e all’olio extravergine di oliva europei sostituendoli nei dolci, nelle pizze, nella panetteria, industriale ed artigianale”.

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