L’Italia è libera di non coltivare Ogm come ha fatto fin’ora e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 che si oppongono al biotech. Così il presidente Coldiretti commenta il via libera definitivo del Consiglio Ue alle nuove regole che consentono agli Stati membri di scegliere se limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) sul proprio territorio nazionale. La normativa Ue dovrebbe entrare in vigore già a marzo, 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, prevista a breve.

Con le nuove regole europee gli Stati membri saranno liberi di decidere se vogliono che colture geneticamente modificate vengano coltivate sul proprio territorio oppure no. Un singolo Paese potrà chiedere di limitare o vietare la coltivazione di un Ogm sul suo territorio sia durante la procedura di autorizzazione, sia dopo che questa sarà stata concessa, sulla base di motivazioni “legate a obiettivi di politiche ambientali o agricole, oppure alla pianificazione urbana e del Paese, uso del suolo, impatto socio-economico, politiche pubbliche o di co-esistenza”. Gli Stati membri potranno comunque rivedere la propria decisione e richiedere che il proprio territorio o parti di questo entrino a far parte dell’ambito di applicazione dell’autorizzazione di un Ogm. Con le vecchie regole invece i Paesi potevano limitare o vietare temporaneamente l’uso di un Ogm solo in caso di emergenza o se in possesso di “nuove prove” relative al rischio di questo organismo geneticamente modificato per la salute umana o per l’ambiente.

La nuova normativa prevede inoltre che gli Stati membri nei quali gli Ogm sono coltivati debbano preoccuparsi anche di evitare contaminazioni dei terreni dei vicini dove gli stessi Ogm sono vietati.

“Ora tocca al parlamento italiano mettere a punto una normativa nazionale che possa dare continuità alla lungimirante scelta fatta dall’Italia di vietare gli Ogm – sottolinea il Pres. Coldiretti – Siamo di fronte ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati nonostante il pressing e alle ripetute provocazioni delle multinazionali del botech. L’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, renderanno l’Italia finalmente sicura da ogni contaminazione da Ogm a tutela della straordinaria  biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italy. Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura – continua Moncalvo – non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy”.

La superficie Ogm in Europa nel 2014 si è ridotta ad appena  143.016 ettari di mais Bt coltivati in soli 5 Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione. Peraltro ben il 92% di mais biotech europeo è coltivato in Spagna dove sono stati seminati 131.538 ettari mentre le superfici coltivate sono residuali in Portogallo, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca.

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