I sindaci di 11 città lombarde dicono no al decreto sul gioco d’azzardo legale che toglierebbe loro la possibilità di intervenire contro le slot machine. A firmare la lettera spedita ieri al Premier Matteo Renzi sono stati sindaci, vicesindaci e assessori di Milano, Pavia, Bergamo, Brescia, Crema, Cremona, Lecco, Lodi, Sondrio, Varese, Monza Brianza. Ricordiamo che diverse associazioni hanno lanciato una petizione contro il gioco d’azzardo.

Nella lettera i Sindaci ricordano a Mr. Renzi l’importanza “dell’azione svolta sino ad ora dai Comuni lombardi nella lotta al dilagante fenomeno sociale della ludopatia” con provvedimenti che “hanno messo un freno agli impatti devastanti prodotti dal gioco d’azzardo patologico sul territorio, rappresentati dall’emergenza sanitaria dovuta all’incremento del numero di giocatori e dall’emergenza sociale conseguente alla dispersione delle risorse economiche delle Famiglie.

“Pur non volendo esprimere giudizi preventivi sul decreto in queste ore presso il Consiglio dei Ministri” i Sindaci sottolineano che:

  1. L’ipotesi di togliere ai Sindaci la possibilità di regolamentare e limitare gli orari di accensione delle slot machine non può che trovarci decisamente contrari: la regolamentazione degli orari è uno dei pochi strumenti di cui gli amministratori locali dispongono per frenare il fenomeno pertanto è necessario che questa possibilità rimanga in capo ai Sindaci, che dispongono della fotografia dei territori che amministrano e che quindi ne sanno cogliere al meglio le criticità.
  2. l’ipotesi di togliere alle amministrazioni locali la possibilità di individuare e mappare “luoghi sensibili” intorno ai quali sia vietato concedere nuove autorizzazioni per l’apertura di sale gioco o l’installazione di nuovi apparecchi slot non può essere da noi accolta senza sconcerto. Questo strumento, introdotto dalla legge regionale nr 8 del 2013, si è rivelato molto efficace per evitare l’incremento del numero di apparecchi slot e in particolare si è rivelato utile nella tutela di quelle “fasce deboli” che sono maggiormente attratte dal gioco e quindi a rischio patologico.

L’auspicio dei Sindaci “è che la nuova normativa non mortifichi il lavoro svolto dai singoli Comuni e dagli enti locali ma che sappia invece recepire le indicazioni che provengono dalla Corte Costituzionale, dal Consiglio di Stato e dai Tribunali amministrativi regionali, che recentemente hanno riconosciuto la validità e la legittimità dei provvedimenti di regolamentazione del gioco d’azzardo da parte delle amministrazioni locali”.

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