Zero spese per la spedizione delle bollette e per il recesso. E’ quanto chiede l’Unione Nazionale Consumatori che ha avanzato una serie di proposte di modifica al ddl concorrenza dirette a rendere efficace il capitolo II, art. 16 e 17 che disciplina il recesso in materia di comunicazioni. “Attualmente la norma del Governo è, nella migliore ipotesi, inutile. La reintroduzione dell’espressione penali per quanto rimaste nella sostanza sotto forma di spese giustificate, è simbolicamente indicativa dell’inutilità della proposta”.
Per un’effettiva liberalizzazione, l’Unc propone al Parlamento le seguenti modifiche:
- Azzeramento delle spese per il recesso da contratto telefonico, in modo da realizzare una vera portabilità, come avviene per i conti correnti.
- Zero spese di chiusura anche in caso di offerte promozionali legate a sconti tariffari.
- Nuovo tetto di durata alle offerte promozionali: da 24 a 12 mesi
- In presenza di beni in offerta, tipo modem o smartphone in omaggio o scontati, in caso di recesso anticipato il consumatore dovrà versare una spesa commisurata al valore del bene al momento del recesso.
- Eliminazione delle spese di spedizione delle bollette a carico degli utenti. Oggi, con la scusa che sono servizi a favore del consumatore, le compagnie telefoniche (ma anche quelle elettriche, del gas ecc ecc), fanno pagare al consumatore la spedizione della fattura, anche se, per l’art. 21 del D.P.R. n. 633/1972 sono a carico di chi le emette (“non possono formare oggetto di addebito a qualsiasi titolo”). La proposta era nella famosa terza lenzuolata Bersani, mai approvata.