Ancora qualche giorno e poi il governo scoprirà le sue carte in tema di liberalizzazioni. Il 20 febbraio, infatti, il Disegno di Legge Concorrenza arriverà sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Tuttavia in questi giorni è tutto un rincorrersi di ipotesi e di anticipazioni stampa: quella che circola con maggiore insistenza tocca diversi settori della quotidianità. A parte i classici (rc auto, telefonia, energia, carburanti), nella lista delle liberalizzazioni necessarie che potrebbero vedere la luce sotto il governo Renzi, anche quella che riguarda il prezzo dei libri e le aperture delle edicole. La bozza prevede sia l’abolizione del prezzo imposto dall’editore, con possibili rincari, soprattutto sui libri di testo scolastici, sia l’eliminazione del tetto massimo del 15% di sconto applicabile sulla vendita di libri. Inoltre, ci sarebbe allo studio anche l’abolizione delle autorizzazioni comunali per l’apertura di nuovi punti vendita di quotidiani e periodici.

Indiscrezioni, certo che però già suscitano malumori come quello della Confesercenti che dice basta alle liberalizzazioni che “vanno solo a favore dei grandi gruppi imprenditoriali e a svantaggio delle Pmi. Il commercio viene continuamente sottoposto a deregulation senza alcuna valutazione di impatto sulle piccole e medie imprese, come per altro sarebbe previsto dallo Statuto delle Imprese, legge fantasma sempre ignorata”.

“Le liberalizzazioni, in teoria, dovrebbero farli ripartire; ma non si può fare a meno di notare che gli ultimi interventi in questo senso hanno fallito e siamo perplessi di fronte all’ipotesi di ulteriori liberalizzazioni nei settori della distribuzione carburanti, della vendita di quotidiani e periodici e della vendita di libri. L’intervento per favorire l’apertura di nuovi impianti carburanti, in particolare, appare del tutto contraddittorio: è tutt’ora aperto un tavolo ministeriale per razionalizzare la rete, che è la più polverizzata d’Europa. Anche gli interventi su edicole e librerie arrivano in un momento di grave crisi per l’editoria e per l’informazione. Crisi che non è certo colpa di edicolanti e librai: tra il 2013 ed il 2014 la platea di lettori di libri si è ristretta di 2 milioni di unità, il calo più accentuato degli ultimi 15 anni, che ha portato alla scomparsa di oltre 100 librerie nel solo 2014. E nello stesso periodo le copie di quotidiani vendute ogni giorno sono diminuite di 300mila unità. Anche in questo caso a farne le spese, in primo luogo, sono stati gli edicolanti: le imprese di rivendita giornali e periodici, nel 2014, hanno chiuso al ritmo di 4 al giorno” conclude in una nota la Confederazione.

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