Che succede al prezzo del greggio? Le quotazioni petrolifere continuano a scendere ormai da tempo ed hanno toccato i livelli minimi da 6 anni a questa parte. Indebolimento della domanda o distorsioni finanziarie legate al Brent?

I motivi sono complessi, tanto che la settimana scorsa ne hanno parlato economisti di tutto il mondo riuniti al forum di Davos. Ma la domanda che si fanno le Associazioni dei consumatori in Italia è: perché il prezzo della benzina oggi è in rialzo?

Questa volta l’alibi utilizzato dalle compagnie è il cambio – denunciano AA.CC. – Oggi l’Euro è a 1,12 sul dollaro. Ma i prezzi non erano scesi in maniera adeguata, visto il forte ribasso delle quotazioni, ed oggi hanno addirittura il coraggio di farli aumentare. Un comportamento che testimonia, se ce ne fosse bisogno, ciò che denunciamo da anni: il meccanismo della doppia velocità. I prezzi sono sempre pronti a salire ad ogni minimo accenno delle quotazioni o del cambio, ma sono lentissimi nella discesa”.

Le AA.CC. illustrano questo anomalo andamento andando indietro fino al 2008: a luglio 2008 il prezzo del barile toccava il record di 147,27 dollari, con il cambio euro/dollari ad 1,58, e un litro di benzina costava 1,523 euro, con le tasse (Iva e accise) che incidevano per il 53,7% sulla verde e per il 44,53 % sul gasolio, venduto a 1,518 euro al litro.

Oggi che il barile è crollato a 44,35 dollari, la benzina è venduta in media a 1,54 euro al litro.

Calcolando la svalutazione dell’euro sul dollaro, il deprezzamento del petrolio e il peso di accise e d IVA, secondo AA.CC. “oggi la benzina dovrebbe costare ben 12 centesimi di meno rispetto al prezzo attuale”.

Un sovrapprezzo che pesa sulle tasche dei cittadini: +195 euro in termini diretti (per un consumo di 1.500 litri l’anno), +118 euro annui in termini indiretti (dovuti all’impatto del costo dei carburanti sui prezzi dei beni di prima necessità che, nel nostro Paese, sono distribuiti per l’86% su gomma), per un totale di + 313 euro annui.

“Alla luce di questo aggravio è fondamentale avviare misure tese al calmieramento dei prezzi, attraverso la completa liberalizzazione del canale di distribuzione e l’ampliamento della rete no-logo (presso la quale si risparmiano anche 8-9 centesimi al litro). È necessario inoltre evitare categoricamente qualsiasi nuovo aumento delle accise”

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